La **perdita della voce** è una delle molteplici sfide che devono affrontare le persone affette da **malattie del motoneurone (MND)**, tra cui spicca la **sclerosi laterale amiotrofica (SLA)**. Fortunatamente, l’**intelligenza artificiale (IA)** offre soluzioni innovatrici che consentono ai pazienti di **clonare la propria voce**, permettendo loro di continuare a comunicare con il proprio tono e stile unici.

Innovazioni dell’IA nella restituzione delle voci perdute

Un caso esemplare è quello di **Jules Rodriguez**, diagnosticato con **SLA nel 2020**. A causa della progressiva debolezza dei muscoli del collo e della testa, nell’ottobre del 2024, è stato costretto a sottoporsi a una **tracheotomia**, che ha comportato la totale perdita della capacità di parlare. Grazie a un avanzato sistema di **clonazione vocale basato su IA**, Rodríguez è riuscito a recuperare la propria voce a partire da registrazioni risalenti al passato.

La tecnologia, sviluppata da **ElevenLabs**, consente agli utenti di caricare registrazioni preesistenti, come messaggi vocali o brani di video, dal quale il sistema ricrea digitalmente il loro tono di voce. Questa innovativa applicazione è stata utilizzata da oltre **mille persone** con difficoltà nel parlare, offrendo loro un modo di comunicare che si avvicina maggiormente alla loro vera identità vocale.

Rodriguez si è dichiarato entusiasta di poter nuovamente esprimersi con quella che definisce la sua “antica voce”:

«Riascoltare la mia voce, dopo così tanto tempo, ha migliorato il mio umore. Mi ha consentito di interagire con gli altri e persino di esibirmi in spettacoli di stand-up comedy.»

Dal sintetizzatore alla clonazione vocale con l’IA

Fino ad oggi, molti pazienti affetti da MND si sono affidati alla **banca vocale**, un processo che coinvolge la registrazione di centinaia di frasi prima di perdere la capacità di parlare. Queste registrazioni vengono poi amalgamate in un **sintetizzatore vocale**, ma i risultati tendono a essere **robotici e poco naturali**.

Secondo **Richard Cave**, un terapeuta del linguaggio presso la **Motor Neuron Disease Association del Regno Unito**, i sistemi basati su IA hanno trasformato significativamente la qualità delle voci restituite:

«Le voci clonati presentano pause, intonazioni naturali e persino piccole imperfezioni come il balbettio, rendendole molto più umane.»

Impatto emotivo e sociale della clonazione vocale

Per molti pazienti, il recupero della voce mediante la tecnologia IA ha un **impatto emotivo profondo**. Prendiamo ad esempio il caso di **Joyce Esser**, diagnosticata con **MND bulbare**. A causa della rapida evoluzione della patologia, **non ha avuto la possibilità di registrare la propria voce** prima di perderla. Fortunatamente, possedeva un breve estratto di un’intervista radiofonica, che ha consentito la creazione del suo clone vocale.

«Quando ho ascoltato la mia voce clonata, sono scoppiata in lacrime. Pensavo di averla persa per sempre,» racconta Esser.

Oltre al beneficio personale, Cave sottolinea che i pazienti con voci clonati tendono a **socializzare di più**, poiché chi interagisce con loro li comprende meglio, creando un ambiente più confortevole e inclusivo.

Le sfide e il futuro della comunicazione assistita dall’IA

Nonostante i progressi compiuti, la tecnologia deve affrontare ancora alcune **sfide significative**:

  • Velocità nelle conversazioni: L’IA richiede che gli utenti scrivano il testo prima di poterlo «parlare», il che può rallentare la comunicazione.
  • Mancanza di espressività: Anche se le voci clonati sembrano naturali, non riescono ancora a trasmettere emozioni con la stessa precisione di una voce umana.
  • Accessibilità: Sebbene ElevenLabs offra la sua tecnologia gratuitamente a chi ne ha bisogno, altre tecnologie simili possono presentare costi elevati.

In un’ottica futura, si stanno esplorando soluzioni come **avatar iperrealistici**, che avrebbero la capacità non solo di replicare la voce, ma anche di imitare i movimenti facciali dell’utente, rendendo la comunicazione ancora più **espressiva**.

In conclusione, crediamo fermamente che l’**intelligenza artificiale** stia rivoluzionando il settore dell’assistenza medica, fornendo strumenti che possono davvero **migliorare la qualità della vita** di coloro che affrontano malattie neurodegenerative. Sebbene rimangano delle sfide da superare, questi avanzamenti segnano un passo cruciale verso una maggiore **inclusione e accessibilità** nella comunicazione.

Di

Giornalista tecnologico e analista di tendenze digitali, Alex Reynolds ha una passione per le tecnologie emergenti, l'intelligenza artificiale e la cybersecurity. Con anni di esperienza nel settore, offre approfondimenti dettagliati e articoli coinvolgenti per appassionati e professionisti della tecnologia.